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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

 




XXIV Congresso Nazionale Roma 5-8 novembre 2020

Candidata per il Consiglio Nazionale

Maria Cristina Minerva

Mi piace iniziare questa mia presentazione con un saluto amichevole a quanti leggeranno queste righe.

Sono Maria Cristina Minerva ma Cristina, per tutti, da sempre.

Come mi piace ricordare posso affermare che mi sono state preparate dal destino due vite e per questo posso considerare il percorso esperienziale concessomi molto intenso e non consueto.

Nella mia prima vita ebbi la soddisfazione di raggiungere l’obiettivo di entrare nella scuola, per esercitare la professione alla quale aspiravo fin dalla prima infanzia.

Divenni insegnante giovanissima e, per 33 anni, impiegai con passione il mio impegno. Ritengo l’insegnamento l’attività più gratificante, piena di umano coinvolgimento, seppur densa di particolare responsabilità.

Nella scuola mi occupai, tra l’altro, di inserimento e di integrazione degli alunni con difficoltà, tracciando percorsi individualizzati e controlli dei risultati ottenuti, operando con equipe socio-psico-pedagogiche.

Ottenni altresì una qualifica speciale in psicomotricità, curando il complesso delle interazioni tra funzioni di ordine motorio, sensoriale e cognitivo per gli alunni con particolari svantaggi.

Elaborai progetti per incentivare la lettura e la lettura ad alta voce, contribuii alla costruzione di un’emeroteca di riviste, giornali, periodici per ragazzi e coadiuvai nel corso di molti anni il Dirigente Scolastico nella gestione della programmazione didattica.

Nel corso della mia professione amatissima ebbi la gioia di affiancare la crescita di tutti i miei numerosi alunni, cercando di offrire a ciascuno gli strumenti per esprimere la propria personalità in un costante rispetto dei diritti e doveri individuali e collettivi, onde consolidare dignità soggettiva e valore civico irrinunciabile.

Per ottenere risultati realmente sostanziali verificai costantemente la certezza di quanto fosse e sia tuttora determinante la collaborazione tra le varie agenzie educative, per ottenere la valorizzazione di ogni progetto formativo.

Nella mia seconda vita arrivò la cecità, giunta inaspettata e quasi improvvisa. Nel periodo che trascorsi nel limbo dell’adattamento alla perdita della vista sperimentai l’impellente necessità di ridisegnare per me e per la mia famiglia un futuro con elementi forzatamente mutati, ma scelsi di applicarmi con la determinazione di non arrendermi davanti alle difficoltà.

La sorte mi avvicinò alla nostra Associazione, che inizialmente non conoscevo.

Dopo poco mi sentii perfettamente a mio agio, accolta e sostenuta nel percorso, che mi riconsegnava il proposito di riprendere in mano la vita, assaporandone il piacere della conquista di imprevedibili traguardi.

L’Unione mi aprì le porte donandomi gli stimoli e il supporto strumentale per utilizzare l’intensità e il dinamismo operativo, che prepotentemente spingevano il mio bisogno di agire, come la mia vitalità mi imponeva.

Iniziai nella Sezione di Chiavari a coltivare rapporti stretti con tutti i soci, confrontando esigenze e caratteristiche generali e soggettive, apprendendo quanto sia indispensabile riconoscerci in un gruppo coeso, altruista e solidale.

Nel primo anno di iscrizione come socia appresi abilità e l’uso di strumenti, che mi hanno permesso di intraprendere con autonomia sufficiente la gestione dei miei bisogni e dei miei interessi culturali. In breve divenni Consigliere.

Inizialmente mi occupai, grazie al mio Presidente Sezionale di allora Domenico Badenchini, dei contatti con le agenzie informative divenendo per la mia sede addetta stampa. Assunsi poi la Presidenza della Sezione e con grande gioia potei rafforzare nel tempo un clima di intensa atmosfera familiare e di grande collaborazione.

Durante la mia carica dovetti affrontare alcune difficoltà organizzative ed economiche della Sezione, rinunciando infine all’unica impiegata, che rappresentava un impegno troppo oneroso per le nostre finanze e, concordando con la volontà della dipendente e con l’approvazione di tutto il Consiglio sezionale e regionale, potei interrompere il rapporto lavorativo con la stessa, assolvendo poi personalmente, in ogni compito, le operatività d’ufficio e la gestione della Sezione per un congruo periodo, con la soddisfazione di superare con successo il momento difficile.

Quando individuai tra i giovani della nostra Sezione un validissimo ragazzo, Nicolò Pagliettini, con doti specifiche, un indubbio talento e il desiderio di assumere con entusiasmo il ruolo apicale della Sezione, lasciai la mia presidenza con fiducia, dimettendomi volontariamente, per dare spazio ai giovani, perche’ essi rappresentano una grande risorsa.

Naturalmente desiderai sostenere con l'esperienza acquisita il passaggio dei compiti e dei doveri, restando vicina, come Vicepresidente, al nuovo dirigente, che si dimostro’ capace di rispondere in modo eccellente a tutte le aspettative. Sono certa, infatti, che nei giovani possiamo intravedere il futuro dell'Unione e il nostro compito è agevolarne il cammino.

L’Assemblea mi diede ancora una volta fiducia e quindi ricevetti un incarico nel Consiglio Regionale della Liguria, dove fui designata Vicepresidente, e con spirito di servizio realizzai e tuttora porto avanti una produttiva collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale, entrando, prima della pandemia, nelle scuole con incontri tematici sulla disabilità visiva e con la proposta di un Concorso di audionarrativa, che è giunto con successo alla ottava edizione.

Ora offro con semplicità e completa dedizione, l’impegno di essere utile quanto sarà possibile con tanta risolutezza.

Ogni persona con disabilità visiva merita attenzione, operatività e costante dedizione; quindi mi propongo e offrirò quanto potrò, in qualsiasi posizione occupata, per essere efficacemente attiva, contribuendo, se mi verrà richiesto, alla realizzazione di programmi e progetti, tenendo conto delle nuove sfide che ci illustra il presente, congiuntamente a un atteggiamento propositivo, delineando il futuro migliore per ognuno di noi.

Mi spingono all’attività il rispetto, la vicinanza e un assoluto affetto per ciascuno e mando così a tutti il più caloroso abbraccio, oggi virtuale, ma carico del sentimento più sincero.


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